L’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, 30 anni, morti in Congo lunedì 22 febbraio durante un tentativo di sequestro, sono stati uccisi nel corso di un conflitto a fuoco, non è stata una esecuzione.
E’ quanto emerge dall’autopsia effettuata al Policlinico Gemelli di Roma. Sono in totale quattro i colpi che hanno causato la morte dei due italiani, raggiunti da due proiettili ciascuno. La Tac ha fatto emergere che i proiettili hanno trapassato i corpi da sinistra a destra. Attanasio è stato raggiunto da colpi all’addome e l’esame ha individuato sia il foro di entrata che quello di uscita. Non sono stati individuati residui metallici.
Iacovacci è stato colpito nella zona del fianco e, poi, alla base del collo dove è stato individuato un proiettile di un AK47, un Kalasnikov.
Le salme dei due italiani sono rientrate in Italia nella tarda serata del 23 febbraio. All’aeroporto di Ciampino, a Roma, erano presenti il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e degli Esteri Luigi Di Maio. Assente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma soltanto per problemi di salute.
I funerali di Stato si terranno giovedì 25 febbraio nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma.